Il marketing per piccole imprese spesso risulta in un calvario senza resurrezione.
In questo articolo cercherò di analizzare gli errori più comuni dividendoli in stazioni (una mini Via Crucis) utilizzando un esempio reale di un mio cliente passato.
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Premessa: il tessuto imprenditoriale italiano
Là fuori è pieno di professionisti qualificati (si, non ci sono solo farisei) dunque se vuoi delegare il 100% del tuo marketing il primo problema è il budget.
La maggior parte delle aziende italiane (il 95,5 %) è composta da micro imprese ed è molto probabile che anche tu faccia parte di queste.
Al netto di tasse, stipendi, commercialista, costi di affitto, energia e materie prime… quanto pensi di poter stanziare ogni mese per la promozione/reputazione del tuo ristorante? Probabilmente non molto e soprattutto non costantemente come invece dovrebbe essere.
Questo comporta incostanza, inconsistenza e frustrazione, il perché te lo spiego con un esempio reale.
Prima stazione del marketing per piccole imprese: il budget
Durante una consulenza, il titolare di questo piccolo ristorante a gestione familiare, mette in chiaro che né lui né gli altri membri dello staff volevano gestirne la presenza online.
Ho subito precisato che in tal caso avrebbero dovuto appoggiarsi ad un’agenzia.
Mi ha risposto che in passato avevano tolto il mandato ad un’agenzia perché costava troppo… però lui non ha tempo di prendersene cura.
Prima caduta. O si trova il tempo per fare da sé, o si trovano i soldi per pagare un professionista o agenzia.
Seconda stazione: me ne lavo le mani
Oltre al costo, il cliente mi confida di non essere soddisfatto del modo di comunicare dell’agenzia, per lui “troppo freddo”.
Indagando più a fondo, viene fuori che in realtà era lui a “non aver tempo” di star dietro alle richieste di materiale dell’agenzia perché “con tutti i soldi che gli davo, non avrebbero dovuto scocciarmi”.
Ecco dunque la causa della comunicazione “troppo fredda”, sarebbe comunque spettato a lui fornire molto del materiale perché i professionisti non sono dei maghi che inventano cosa scrivere di un’azienda, senza una collaborazione attiva non si va da nessuna parte.
Sarebbe come chiedere ad un estraneo di scrivere la nostra autobiografia e poi arrabbiarci se fa delle domande, un totale controsenso.
Seconda caduta. Non puoi delegare il 100% del tuo marketing, è tecnicamente impossibile!
Terza ed ultima stazione: il capo sono io
Ho offerto di aiutarlo a trovare il tempo e impostare il tutto per essere sostenibile per lui, in questo modo (senza costi ricorrenti) avrebbe potuto spendere in pubblicità solo quando possibile e senza interrompere il flusso comunicativo con i clienti online.
Avrebbe dovuto semplicemente gestire il profilo Google, TripaAdvisor e la pagina Facebook, in un mese di affiancamento (massimo due) avrebbe avuto le competenze necessarie per occuparsi della base della sua presenza online.
Purtroppo questo approccio non può funzionare quando il titolare ama atteggiarsi a “dio in terra” e alla collaborazione preferisce la subordinazione, senza peraltro avere il budget necessario.
Questo cocktail di fattori produce la situazione tossica in cui mi sono trovata. Il suo totale disinteresse per la materia, negli anni ha causato i seguenti problemi: account reclamati non si sa da chi, senza possibilità di rispondere alle recensioni, problemi di ogni genere dovuti al susseguirsi di rattoppi sgangherati senza capo né coda, troppi intermediari che non rispettano i tempi e che rendono impossibile qualsiasi pianificazione.
Pur di non “sporcarsi” le mani questo ristoratore aveva creato una burocrazia degna dell’Unione Sovietica:
- un collaboratore esterno che fornisce le foto,
- un altro collaboratore esterno che scrive i testi che, in mancanza informazioni sul campo, risultano frutto della propria immaginazione
- sia le foto che i testi devono essere approvati da lui (e spesso modificati all’ultimo) prima di essere pubblicati.
- il tutto condito da una comunicazione lenta e confusionaria
Pensi che un professionista sia disposto a farsi torturare in questo modo? Credo proprio di no.
Con queste condizioni e con un budget risicato è molto probabile incappare nei farisei, che daranno il colpo di grazia alla vostra reputazione.
Terza caduta. Quando si parla di marketing per piccole imprese, sporcarsi le mani in prima persona è sempre più economico, efficiente ed efficace.
Il marketing per piccole imprese è una dichiarazione d’amore
Se ami la tua azienda e hai fede nel suo futuro allora sarai un ottimo ambasciatore del verbo.
All’inizio ci vorrà una giusta guida, buona volontà, e perseveranza… dopo però avrai la resurrezione che stavi aspettando e tutti i tuoi sforzi saranno ricompensati, e perché no, potrai anche divertirti nel farlo!
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Se invece credi che essere imprenditori, come per il mio ex cliente, sia un mero status di onnipotenza allora assicurati come minimo di avere il portafoglio gonfio, i farisei sono sempre in agguato!
Buona sperimentazione!
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