Normalmente si pensa al menu design solo come alla scelta del colore e dello stile grafico.
Leggendo questo articolo scoprirai che, in realtà, non si tratta solo di creare un bel biglietto da visita. Il design è un vero e proprio pilastro del menu, cruciale per la vendita.
Al primo impatto, permette al cliente di capire il tuo posizionamento: tipo di cucina, stile, valori, fascia di prezzo.
E come ogni biglietto da visita che si rispetti, dovrebbe ovviamente avere una coerenza visiva con l’identità del ristorante, risultare leggibile, snello e possibilmente generare emozioni attraverso titoli e descrizioni dei piatti.
Ci sono, però, anche dei piccoli trucchetti grafici che possono aiutare ad indirizzare e facilitare la scelta dei clienti! Non mancano neanche i miti da sfatare…
Iniziamo subito!
Gli altri 3 pilastri (breve intro)
Prima di addentrarci nel menu design vorrei ricapitolare brevemente gli altri 3 aspetti fondamentali del menu, già trattati in precedenza sul blog:
– Food cost. Non sottovalutare il potere dei numeri. Il food cost va ben oltre il semplice costo degli ingredienti. E’ una complessa equazione tra spese variabili e fisse, tutte destinate a ottimizzare il rapporto qualità-prezzo. Fai attenzione alla differenza tra food cost attivo e passivo.
– Menu engineering. Originario degli USA negli anni ’80, il Menu Engineering si è evoluto. Oggi non è solo una questione di quali piatti vendere, ma come presentarli. La lunghezza del menu? Cruciale! Spesso accorciare il menu significa meno sprechi, maggiore efficienza, clienti più soddisfatti e un valore percepito più elevato.
– Il copywriting. La cucina della nonna, l’estate trascorsa in campagna… i ricordi possono essere i migliori ingredienti di un piatto. Usali a tuo favore, evoca emozioni e racconta storie attraverso il menu. Un buon menu esplora un ricco vocabolario culinario. Usa sinonimi e aggettivi diversi perché la varietà linguistica non solo rende il menu più avvincente, ma anche più persuasivo.
A chiunque sarà capitato almeno una volta di trovarsi un menu illeggibile in mano: layout disordinato, font complicati, magari con delle scritte aggiunte a mano libera… cerchiamo innanzitutto di evitare questi grossi errori!
Appurato ciò, dobbiamo pensare al menu design come allo strumento che dovrà vendere i piatti, “consigliando” i piatti migliori, esattamente come farebbe un cameriere esperto. Quali sono i piatti migliori? Quelli che secondo le regole del menu engineering risultano più profittevoli, più popolari e, possibilmente, più semplici da preparare.
Quindi, prima di contattare un designer per la realizzazione del menu, assicurati di aver fatto i compiti a casa, perché dovrai essere tu a dare le linee guida: quali piatti evidenziare, i nomi e le descrizioni.
Per molti anni si è seguita la teoria del triangolo magico (sweet spot), ideata dal grafico William Doerfler negli anni ’70. Secondo questa teoria, ci sono delle zone del menu (centro pagina e in alto a destra) che attraggono naturalmente i nostri occhi e andrebbero sfruttate per posizionare i piatti migliori.
Da una decina d’anni a questa parte, però, uno studio dell’Università Statale di San Francisco, ha smentito questa teoria.
Secondo gli studiosi guidati dalla professoressa Sybil Yang, infatti, i clienti tendono a leggere il menu come se fosse un libro, dall’alto in basso e da sinistra a destra. Più avanti vedremo come far risaltare alcuni elementi con il design.
Ma, se è vero che leggiamo il menu come un libro, non si può dire altrettanto dell’attenzione che ci mettiamo.
Quando siamo al ristorante, infatti, abbiamo molte più distrazioni rispetto a leggere un libro nella tranquillità di casa e nessuno, giustamente, vuole dedicare più di 2 o 3 minuti alla lettura del menu.
Per questi motivi è fondamentale l’essenzialità e la chiarezza delle informazioni, altrimenti rischiamo di confondere il cliente, indisponendolo. E non mi sembra il modo migliore per iniziare la serata!
Ogni designer che si rispetti è a conoscenza della tecnica dello scanning, un modo per leggere velocemente che tutti noi utilizziamo.
L’uso dei grassetti, lettere maiuscole e sottolineature va dosato scientificamente per facilitare la lettura ed evidenziare i piatti migliori. Bisogna fare molta attenzione perché se si esagera con questi elementi (e con i successivi che vedremo) si vanificherà ogni sforzo. Scegliete bene il vostro grafico!
Le icone
Hai presente quando vedi quelle icone colorate affianco al nome del piatto con su scritto: Km 0, Novità, Vegan?
La funzione di quelle icone è proprio quella di attirare l’attenzione. Hai rinnovato il menu e hai aggiunto piatti nuovi? Hai migliorato la ricetta storica? Segnalalo con un’icona.
Le cornici
Cosa fa una cornice? Di solito, mette in risalto e dona importanza a foto e quadri.
Bene, puoi fare lo stesso con i tuoi piatti migliori! (Fai sempre attenzione a non esagerare)
L’ideale sarebbe (al massimo) incorniciare il piatto migliore di ogni sezione: Antipasti, primi, secondi, ecc.
Di solito nel menu design abbiamo 3 formati: mono pannello, doppio pannello e libro.
È importante scegliere il formato più adatto in base al tipo di cucina e di clientela. Nei fast food, solitamente si trovano i mono pannelli, al massimo doppi.
Il formato libro invece è più adatto per un ristorante più rilassato ed elegante.
Le foto
Personalmente, ODIO le foto nel menu, ma so bene che le mie opinioni personali non contano, per cui mi limiterò a spiegare le 2 regole di base per utilizzarle senza far danni.
Prima regola: le foto DEVONO essere fatte da un professionista, DEVONO essere belle, ma anche adeguate all’anima del locale.
Seconda regola: il piatto servito DEVE essere identico alla foto, SEMPRE, anche nei giorni più affollati e alla cena di Natale. Altrimenti avrai una fonte inesauribile di recensioni negative (scopri come fare per ridurle).
Se non puoi rispettare queste 2 semplici regole, semplicemente non mettere le foto nel menu!
In ogni caso, io te le sconsiglio… ho già detto che le odio, giusto? L’effetto squallido/finto è dietro l’angolo.
1. I muri di testo
Questo è un errore che si incontra più nel menu design fai da te perché, di solito, i designer professionisti sono ossessionati dall’evitarli. E fanno bene!
Un testo senza spazi e/o elementi grafici rende difficile la lettura e quindi è sempre sconsigliato!
2. Mancanza di coerenza
Se il tuo ristorante ha un tema specifico, il menu design dovrebbe rifletterlo! Non ha senso usare uno stile moderno in un ristorante tradizionale, sembrerà un menu rubato a qualcun altro.
I colori e i font devono sempre riflettere quelli del logo e degli arredi (identità di brand).
In generale, i font graziati tipo quelli dei giornali sono più leggibili sulla carta, anche se potrebbero non essere adatti nel caso di uno stile moderno.
Online, al contrario, di solito si preferiscono i font detti bastone (senza grazie), come quelli che uso io nel mio blog.
3. Troppe informazioni
Abbiamo detto che un menù deve guidare il cliente verso la scelta giusta, non indispettirlo!
Dunque, evita di inserire descrizioni noiose o informazioni inutili. Nessuno vuole leggere un romanzo prima di ordinare.
Spero che questo articolo abbia chiarito qualche dubbio e possa aiutare a rivolgerti alle persone giuste per realizzare il tuo progetto.
Se hai bisogno di una mano con il menu, non esitare a contattarmi, sarò felice di aiutarti a trovare i professionisti più adatti.
Buona sperimentazione!